Campaegli 13 marzo 2009
I giornali ..i cervi e gli anelli di Campaegli ...(venerdi 13 sequel)
 
Venerdì mattina splendida giornata di Sole..alle 7,10  Enrico ed io siamo in macchina sulla Roma - L'Aquila. Mentre parliamo della meta (Campo Imperatore) Enrico  mi propone di andare Campaegli. Accetto entusiasta: non solo è più vicino ma anche un posto che non conosco.
Arrivati ad Arsoli ci fermiamo per la colazione. Enrico vuole prendere i giornali quindi chiediamo  dov'è l'edicola.   Con la  gentilezza e la ricchezza di indicazioni, tipica dei paesini, un signore ci indica la strada: seguite questa via, poi non la prima scala ma la seconda a destra imboccatela, e più o meno a metà, c'è l'edicola. Poi continuate a scendere fino alla piazzetta, da lì riprendete la stradina in salita che vi riporterà qua, al bar .. dove avete  posteggiato: uno splendido anello!! Fiduciosi seguiamo i suggerimenti del signore, ma, con imbarazzo, invece dell'edicola troviamo un cartello che ci informa che è stata spostata in una altra via. A quel punto imbocchiamo la strada che ci riporta alla macchina, dicendoci che per oggi Enrico può rinunciare a leggere. Manco a dirlo incrociamo di nuovo il signore che, vedendoci senza i giornali, ci spiega che, si, l'edicola è stata spostata, ma è praticamente sulla stessa strada, solo 20 metri prima.  "Possibile che non l'avete vista ?"....Un po' scocciati per la figura fatta, torniamo sui nostri passi e ci accorgiamo che l'edicola  c'è ...ma è praticamente una  porta di alluminio, senza una insegna ne un cartellone, ne "uno straccio di qualcosa" che faccia intuire l'esistenza di un negozio. Quando Enrico fa' notare alla signora dei giornali la mancanza assoluta di riconoscibilità della sua edicola, lei ci spiega che è tanto tempo che aspetta il tizio dell'insegna ma quello è sempre molto occupato:"sa' dottore al giorno d'oggi.."
Torniamo alla macchina, domandandoci perchè il tizio non ci aveva avvertito della mancanza di una indicazione qualsiasi, pur avendoci spiegato la strada con molta disponibilità e accuratezza. ..mah misteri dei piccoli centri!
Riprendiamo la macchina dirigendoci verso Campaegli. Dopo poco costeggiamo Cervara. Rimango meravigliato dalla bellezza e dalla posizione di questo paesino appollaiato sul costone della montagna:  queste zone non le conoscevo affatto eppure siamo vicini a Roma. Mi diverto ad ascoltare Enrico che mi spiega un po' di storia recente di quella zona mostrandomi lungo la strada vari scempi edilizi degli anni settanta . Pochi Km prima di Campaegli troviamo sulla strada davanti a noi un "convoglio" della forestale composto da un TIR adibito al trasporto bestiame e tre fuoristrada.
Procediamo lenti dietro al TIR per un quindicina di minuti scorgendo di tanto in tanto una troupe televisiva che riprende la salita del convoglio verso l'altipiano. Arrivati all'altipiano veniamo accolti (soprattutto il TIR!) da una folla di guardie forestali, carabinieri, cameramen, fotografi, curiosi a vario titolo e non ultime varie scolaresche. Ma no doveva essere un posto tranquillo? Visto pure il giorno feriale?
Scesi dalla macchina abbordiamo la prima guardia forestale e chiediamo cosa stia succedendo.
Tra poco verranno rilasciati  13  cervi. Questo è il quinto rilascio all'interno del Parco dei Simbruini. Questi animali provengono dai boschi di Tarvisio e l'introduzione nel parco riveste un 'importanza sia estetica, gli animali sono facilmente rintracciabili, sia faunistica in quanto sono presenti nel parco numerosi lupi e il cervo è parte importante nella dieta di questi animali. Con Enrico decidiamo di ritardare la nostra escursione per poter assistere al rilascio ..e magari (come te sbaji !?) scattare qualche foto.
L'emozione delle persone presenti (soprattutto dei bambini) è tangibile. Quando viene aperto il TIR, si cominciano a sentire gli zoccoli degli animali sulla lamiera a quel punto tutti sono pronti per immortalare gli animali e si scommette sulla direzione che prenderanno. A grandi balzi, le povere bestie spaventate dalle persone e stordite dal viaggio, escono dal camion dirigendosi verso la faggeta dove spariscono in pochissimo tempo. Chissà se oggi, mentre camminiamo  ne incontreremo qualcuno? 
A proposito ...ma non siamo venuti per ciaspolare ? Enrico è un po' dispiaciuto, di neve se ne aspettava di più: forse le ciaspole non serviranno. Sono già le 10,00 ma non ci corre dietro nessuno..ci incamminiamo, il giro è simile a quello che hanno fatto pochi giorni fa i nostri "compagni di cordata" sci-muniti: da Campaegli, per campobuffone, fino a Camposecco. Iniziamo verso il prato  di Campaegli ma prima di arrivare all'inghiottitoio carsico veniamo raggiunti da un fuoristrada del Parco a bordo del quale c'è un giornalista munito di telecamera. L'uomo molto cordialmente chiede se può farci qualche domanda  e riprendere il nostro camminare lungo il sentiero. Chiaramente, dopo esserci tirati a lucido (tra tutti e due..con la nosta capigliatura ..non è difficile!!) accettiamo.
Dopo i ringraziamenti e i saluti di rito, finalmente ci addentriamo nella faggeta. La neve è abbastanza dura da non richiedere le ciaspole . Io rimango estasiato per la bellezza dei luoghi e dal perfetto isolamento che in breve abbiamo raggiunto. La strada è agevole: vari sali e scendi tranquilli che ci permettono di chiaccherare godendoci la bella giornata di sole . Scatto, come al solito, un botto di foto con Enrico che pazientemente mi aspetta e mi fà anche da modello (Claudio non ti ingelosire !!). Lungo il cammino notiamo molte tracce di animali: il lupo di continuo, i cervi più vicino a Campaegli e pure quelle dei cinghiali (che poi vedremo "di persona" a Campo Secco.
Faccio notare ad Enrico la segnaletica dei sentieri nuova e molto curata e lui mi dice che, nonostante conosca bene questi luogi, è la prima volta che la vede. Persino i cartelli con l tempi di percorrenza alle deviazioni: che lusso!! Verso le 13.00 siamo sopra Campo Secco. Decidiamo di mangiare qualcosa e goderci il sole primaverile. Lungo il sentiero abbiamo notato una deviazione che ci riporterebbe a Campaegli passando  per le Coste del Vallone in 1 ora e mezza. Enrico non conosce quella strada ma IO penso, vista l'accuratezza dei segnali, che potremmo chiudere l'anello passando di là, in tutta sicurezza. Ripartiamo intorno alle 14.00 dopo circa 20 minuti iniziamo a risalire il bosco verso le Coste del Vallone. Qui la faggeta è spledida, la neve è interrotta solo dalle orme dei lupi, i segni e i paletti del sentiero  non sono nemmeno troppi. Presa un po' di quota cominciamo a camminare nel vallone parallelamente alla strada di andata, tra un po' ci sarà la deviazione per aggirare il Monte Pelato. Dopo una buona mezz'ora di deviazioni nemmeno l'ombra ed i segni che stiamo seguendo sono quelli del 652: il sentiero che ci farà ridiscendere a Campo Secco ...solo una chilometrata  più a Nord di dove avevamo mangiato !! E le indicazioni fino ad allora precise e puntuali? Forse ci siamo addormentati tutti e due ?  O forse QUELLO che doveva mettere i paletti con la deviazione è LO STESSO dell' INSEGNA dei GIORNALI?
Mah !! Le chiacchere stanno a zero ...dopo 1 ora e 40 minuti dalla partenza siamo di nuovo a Campo Secco.UN ANELLO lo abbiamo fatto !!!. Davanti a noi più di due ore di cammino, sono già le 15,45 e il Sole stà lasciando il posto alle nuvole.   Comunque la strada è semplice, non pesante ed Enrico la conosce bene...non ci sono problemi ...giusto, da parte mia, un po' di affaticamento.
Arriviamo alla macchina, come previsto, poco prima delle 18,00  giusto il tempo per scattare qualche foto al tramonto stupendo che il Signore ci ha voluto regalare. L'orizzonte è un susseguirsi di viola, azzurro, rosa, arancione  e giallo. Veramente il cielo è come la vita: con qualche nuvola è più interessante. ... 
Alla fine... un grazie grande ad Enrico che mi ha permesso di conoscere un posto stupendo e che è stato, insieme con me, protagonista di una giornata da ricordare.
Una piccola riflessione: sia per l'edicola che per il sentiero ci aspettavamo grandi segnalazioni ...forse è proprio questo che ci ha fatto  perdere di vista i particolari che ci avrebbero fatto percorrere meno strada e risparmiare del tempo, ma  almeno l'anello delle Coste del Vallone (quello nostro) è molto interessante e ne è valsa la pena. 
 
Alessandro Serrani

Galleria immagini