Sibillini 27 agosto 2011
In settimana ricevo una mail dal Club2000 dell'Appennino che propone una due giorni ai Sibillini. Io mi concentro sulla prima giornata che propone una "favolosa" cresta Bicco-Berro. Nel fine settimana sarò ancora in Umbria e potrei aggregarmi almeno per la prima giornata. Telefono a Claudio del Club2000 e ci mettiamo d'accordo: alle 8 e 15 all'hotel Felycita a Frontignano. Con una puntualità spaventosa ci ritroviamo nel piazzale davanti all'albergo. Il tempo di riempire le borracce e siamo nel bosco in leggera discesa per arrivare all'imbocco della val di Bove. Ci superano due tizi con corde e caschetto e ci interroghiamo dove possano arrampicare: cerchiamo di chiederglielo ma non sentono la nostra domanda e procedono imperterriti. Claudio mi dice che vuole salire per la cresta del Bicco ed io sono un po' scettico. Lui ha un ricordo di qualche anno fa ma per rassicurarmi mi mostra il sentiero sulla cartina. All'ingresso della val di Bove Claudio si dirige sui pratoni verso la cresta mentre Claudia continua per il sentiero che risale la valle. Ci sgoliamo e sbracciamo per richiamare Claudia ormai lontana vicino ad un abbeveratoio ed una volta ricongiunto il gruppo cerchiamo di guadagnare la cresta del Bicco. La cresta si rivela molto carina, una vera e propria palestra d'escursionismo. Verso la fine dove la cresta è interrotta da una sterrata incontriamo due forestali che sorvegliamo il Bove nord causa ripopolamento camosci e ci spiegano le zone interdette alle escursioni. Affrontiamo quindi l'ultimo tratto di cresta e siamo sul Bicco. Proseguiamo sulla cresta, superiamo Bove sud ed i resti della funivia per affrontare la prima difficoltà (almeno per me) della giornata: la cresta che conduce al Berro. Claudio spiega più volte che è un tratto di sentiero segnato con il "puntinato" sulla cartina e quindi da affrontare con prudenza ed attenzione. Io da buon ultimo procedo di conserva fino a quando Claudio si arresta dicendo che non si può più andare avanti. Attimi di indecisione ma poi Claudio individua il sentiero da seguire e ci basta scendere qualche metro dalla cresta dalla parte sud. Finalmente la cresta finisce e ci troviamo davanti al Berro: abbiamo già fatto quasi un migliaio di metri di dislivello e la "pettata" finale + "ferratina" del Berro ci portano a ridiscutere l'itinerario. Decidiamo di "saltare" il Berro (Claudio l'ha già fatto e a me dice che tanto devo fare ancora il Priora e li posso concatenare tranquillamente) e puntare al Fargno ed ai Tre Vescovi + Acuto. Al bivio del sentiero tra Fargno e Tre Vescovi ci dividiamo: io salgo dai Vescovi mentre Claudio e Claudia saltano anche questo per il Fargno (dove hanno intenzione di pernottare). Io con calma salgo ai Tre Vescovi e poi scendo verso l'Acuto che sembra un innocuo "montarozzo" visto dall'alto. Si è intanto alzato un notevole vento con raffiche abbastanza violente e la pressione si sta abbassando perchè l'altimetro mi aumenta il disivello fatto anche quando scendo. Alla base della piramide dell'Acuto aspetto Claudia e Claudio e poi solo con quest'ultimo salgo in pochi minuti sulla cima. Claudio continua ad interrogarsi (tra il serio e lo scherzoso) su quanti che l'hanno dichiarato abbiamo effettivamente fatto l'Acuto. Scendiamo quindi al Fargno dove mangio un bel piatto di pasta e mi interrogo sulla presenza di due bracci enormi in ferro battuto con foglie e fiori che reggono due vecchie lampade: sembrano un residuo di qualche costruzione stile liberty di secoli fa e nemmeno i gestori sanno da dove vengono. Sono lì perchè restaurate da un parente che lavorarva il ferro battuto. Claudia e Claudio dopo innumerevoli conciliaboli decidono di scendere: dormiranno ancora a Frontignano, il Fargno non li ha attirati più di tanto e preferiscono una bella doccia al prezzo di 500-600 metri di dislivello in più per il giorno dopo. Decidiamo poi di scendere dalla val Panico ripercorrendo parte del sentiero già fatto: sono d'accordo con mia moglie perchè mi venga incontro nella valle sulla sterrata per poi riportarci tutti a Frontignano. Dopo discesa che a me sembra infinita (ma ricordo ad un certo punto l'avviso di Giorgio sul tempo di percorrenza della valle: circa 3 ore in salita) finalmente siamo sulla sterrata ed a mezz'ora da casali ci incontriamo con mia moglie. Da Casali poi ritorniamo a recuperare le macchine a Frontignano.             

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