4x2000=100
Chi va con lo zoppo impara a zoppicare… le cime che una volta annotavo per non dimenticare, ora annoto anche per contare :) Sabato scorso alla Laga il conto è arrivato a 100, con 4 duemila tra Laghetta e Cipollara. Non mi sono fatta prendere dalla smania della collezione dei 2000, no, ma la cifra tonda si fa raccontare e soprattutto la gita. In una giornata calda ma ventilata le Cento Fonti mi hanno finalmente svelato la loro bellezza, fatta di cascate di acqua e verdi pendii in totale solitudine e silenzio. Giorgio ed io abbiamo percorso un bel giro ad anello toccando Anticima Nord della Laghetta, Monte Cipollara, Laghetta e Anticima Sud della Laghetta. Salendo per le Cento fonti mi sono resa conto che della bella scampagnata fatta tutti insieme nel 2008 ricordavo ben poco…. volti e momenti tanti, ma immagini del posto davvero poche e questo mi ha permesso di percorrere la valle quasi per la prima volta. Seguendo il sentiero che sale costeggiando le cascate siamo arrivati poco più su dello stazzo al centro dell’anfiteatro, a quota 1800 circa, per poi continuare la salita a naso, seguendo un sentiero immaginario che alla fine ci ha portato all’Anticima Nord della Laghetta, 2 ore dalla partenza. Come spesso accade alla Laga, terminata la parte più “ripida”, il tratto finale della salita sembra molto più lungo di quanto non sia in realtà...il che favorisce qualche stop and go per guardarsi intorno e gustarsi il panorama della Costa delle Troie e del Gran Sasso in lontananza. Arrivati in cima puntiamo il nostro secondo obiettivo, la famosa Cipollara, che nemmeno la cartina fra un po’ indica ma è censita tra i 2mila dell’Appenino, ci tocca :) Scendiamo circa 200 m per toccare la cima di questo cucuzzolo affacciato su Amatrice, su una cresta che per un breve sassoso tratto è la cosa più carina da segnalare. Una piccola serpe sbuca minacciosa tra le gambe di Giorgio mentre risaliamo; fortunatamente non è una vipera e all’urlo di GG si rintana di nuovo tra le roccette. Percorriamo a ritroso quasi tutta la cresta e in prossimità della cima tagliamo a destra per la Laghetta, che raggiungiamo dopo pochissimo su sentiero ben tracciato. Sono le 13.20, è ora di pranzo e godendo la vista del lago di Campotosto, ce ne stiamo una mezz’ora abbondante tranquilli in vetta. L’immancabile vento della Laga ci accarezza delicato, quel vento che d’inverno ammassa le nuvole e ti sposta di peso, d’estate ti ristora e nello stesso tempo ti frega non facendoti percepire il calore del sole. In lontananza un falchetto si esibisce nella stupefacente manovra dello spirito santo. Potremmo starci ore quassù… Riprendiamo il nostro giro completando il quartetto con l’Anticima sud della Laghetta, per raggiungere la quale seguiamo il filo di cresta che si è fatto più roccioso e divertente. Tra saliscendi vari alla fine il dislivello complessivo della giornata sarà di 1400 metri e lo sviluppo di una quindicina di chilometri. Tocchiamo il mio centesimo 2000 e poi giù per prati ed erba flessuosa, che pettinata dal vento ci dà quasi l’illusione di essere irish. Scendiamo in direzione dello stazzo e finalmente raggiungiamo il nostro vero obiettivo di oggi: le cascate! È il 7 luglio, un sole magnifico riscalda l’aria e abbiamo portato costumi e telo da mare per fare il bagno. Lo facciamo nudi? Ci guardiamo intorno più volte per accertarci che siamo soli e siamo veramente solo noi e le rocce. Che meraviglia! Peccato che l’acqua è di un gelido che nemmeno Giorgio se la sente di immergersi come mamma l’ha fatto e restiamo in costume. Ci vuole coraggio ad entrare ma è impossibile tirarsi indietro :) A parte i piedi, io non mi ero mai bagnata a pelle nell’acqua di un torrente o di una cascata e non smetto più di ridere di felicità, come i bambini quando fanno le marachelle! Una goduria stendersi poi sulla rocce ad asciugare i corpi e ringraziare madre natura per tanta bellezza. Se si potesse fermare il tempo non ci muoveremmo da qui… Lasciamo infine la nostra romantica fresca siesta e riprendiamo a scendere lungo il sentiero dell’andata, dove rincontriamo perfino lo stesso topolino di campagna che ci ha dato il benvenuto in salita. Una giornata così farebbe bene al cuore di chiunque… per noi ha sancito il vero ritorno della nostra coppia in montagna dopo la nascita di nostro figlio, unendo la passione per la montagna alla complicità fanciullesca. Meglio di così? ;) 10/07/2012

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