La gita del medico di famiglia
Sono i primi di giugno che si presenta particolarmente fresco e piovoso. Dovrei andare dal medico di famiglia che si trova in zona Casetta Mattei a ritirare dei certificati. A volte svolgere le “commissioni” è anche occasione per fare due passi e un po' di allenamento. Federico mi aveva parlato di un giro che aveva fatto durante il lock down in zona Valle dei Casali. Lui lo aveva percorso ad anello dal Casaletto, ma intuisco una possibilità di una lunga andata e ritorno da Trastevere. Fisso l’appuntamento alle 9.30 dal medico ed eccomi alle 7.30 all’uscita del portone armato anche di mini zaino e GPS. La prima parte del sentiero è nota, Monteverde Vecchio, Villa Pamphili. Godo del fresco e della bella ventilazione della giornata, la villa è quasi deserta e a volte mi sento un po' come un lupo che cerca di attraversare la città evitando il contatto con l’umana civiltà. Il corridoio di attraversamento si arresta all’Olimpica, ma il ponte mi consente di svalicare verso l’altro parte della villa. Eccomi alla scorciatoia di Vicolo Silvestri e guardingo attraverso l’unico incrocio per ritrovarmi all’inizio della Riserva Valle dei Casali che leggerò essere “la naturale prosecuzione della Villa”. Però come sempre indovinare il sentiero non è facile, allora cerco di usare un po' di fiuto ma quando trovo una traccia di sentiero trovo un maremmano che mi guarda silenzioso ma anche pensieroso. Forse si chiede della mia natura perché in quel punto gente se ne vede poca. Ne ho conferma quando inizio a chiedere ai vari passeggiatori da asfalto con cani, informazioni sul percorso; mi guardano con perplessità “Forse per campi si arriva a Bravetta”, “Non so non ci sono mai andato”, “Mi hanno detto che si arriva ad una Villa abbandonata”, “Credo debba arrivarci per la strada asfaltata”. Mi domando “Ma sti pori cani qualche volta li portate a godere di una bella passeggiata in mezzo alla natura? Boh!?. Insomma dopo le mie “morettiane” domande e autorisposte, ricorro alla tecnologia o meglio telefono a Federico… Gli fornisco localizzazione e lui mi suggerisce Via Troiani; praticamente c’ero arrivato ma un cartello Proprietà Privata mi aveva bloccato. Invece entro e dopo poco mi trova a percorrere uno sterrato con una vista incredibile da un lato verso il Casaletto e dall’altro verso Bravetta. Una visuale completamente inedita di zone conosciutissime che rivelano però una nuova luce e offrono una idea anche di quello che era la campagna romana prima che venisse violata dalla cementificazione selvaggia. Casali abbandonati, balle di fieno uno spicchio di natura circondato da palazzi il cui avanzamento è stato fortunatamente bloccato. Ma la cosa che mi sconcerta di più è la Villa York. Un gioiello in completo stato di abbandono, nascosto e che in tutta la mia vita vissuta in queste zone non avevo idea esistesse. Continuo l’escursione a volte con qualche timore perché nel totale isolamento temo spunti qualche cane o qualcuno in cerca di portafogli. Scendo verso il fosso verso il quale digrada la scalinata gioiello della Villa, supero indenne una baracca con maremmano che mi pare avere più fifa di me ed eccomi improvvisamente a Forte Bravetta. Entro nel forte per un giro, anche qui ci sarò passato davanti in auto migliaia di volte e non c’ero mai entrato. Divento anch’io escursionista d’asfalto e vado dal medico. Inizio il ritorno e cerco una variante, ma non trovo il varco pensavo esistesse su via Bravetta. Mi arrendo e torno alla Via Troiani per una strada abbastanza tranquilla attraversando un comprensorio nuovissimo e ultramoderno. Beh sono stanco, rischio di non rientrare per pranzo a casa e allora punto verso la Gianicolense e dopo aver raccolto qualche ciliegia al Mercato di San Giovanni di Dio, prendo un caffè. Bisogna sempre spendere qualcosa nelle località dove si fanno le escursioni. Basta, prendo la comoda navetta su rotaia messa a disposizione degli escursionisti e torno a casa soddisfatto. Il GPS indica una trentina di chilometri, ma ultimamente sballa. Faccio un po' di conti con google maps, tolgo il tratto fatto con la navetta: potrebbero essere una ventina di chilometri.

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