Laghetti+Brancadoro novembrine

Gran bella, fredda e tersa giornata sabato 8-11 al Prena.

Era da un paio di mesi che avevamo voglia di andarci con Sara, ma prima è nevicato, poi abbiamo avuto altri impegni per lo più sempre escursionistici e così, alla fine, ci siamo ridotti ad approfittare di questa bella estate di San Martino con giornate corte ma estremamente nitide.

Che dire ..... la situazione attuale è spettacolare:

Non c'è un filo di neve nè sulla Laghetti, nè sulla Brancadoro (che abbiamo percorso in discesa) e nemmeno sulla normale a nord per il vado di Ferruccio (tranne qualche chiazza sporadica che consente comunque la discesa senza ramponi).

I laghetti sono pieni dell'acqua cristallina che si è sciolta dalle nevicate di settembre ed ottobre e la roccia è completamente bianca e pulita, senza traccia di quella scivolosa patina di polvere che talvolta si deposita sulle pietre a fine agosto.

La luce è eccezionale sia con il sole che con le nuvole e le ombre diventano subito lunghe dando ancora più energia ai pinnacoli e alle forme bizzare che si succedono in salita, ma soprattutto in discesa sulla Brancadoro.

Non c'è più anima viva da quelle parti, nè sul Camicia, nè sull'Infornace; nè un'auto alla miniera, nè un animale al pascolo; magari questo, che per noi è stato un plus, potrebbe essere considerato uno svantaggio, ma vi assicuro che il colpo d'occhio "patagonico" dalla vetta del Prena è notevole.

Per noi è stata l'ultima gita estiva (per l'attrezzatura e l'itinerario) e la prima invernale (per la luce e il freddo). in cima abbiamo battuto i denti nonostante avessimo addosso tutti gli strati didponibili ed ora con la mente siamo già proiettati sulla neve, quella fredda, bella, polverosa dei mesi invernali.

Però, a meno che non nevichi nei prossimi giorni, consiglio ancora di andarci, magari partendo presto al mattino che alla fine "parcheggio-parcheggio", con le soste, otto ore ci vogliono tutte.

Segnalo infine che all'attacco, poco dopo il bivio per la Cieri e prima del cancelletto di legno, è stata posta una targa a memoria dei due sfortunati alpinisti travolti dalla valanga di fango proprio sulla via dei Laghetti in giugno (noi eravamo a festeggiare sulla Laga, vi ricordate?). Mi sono domandato ancora una volta come sia stato possibile, ma non ho trovato risposte. La nostra è un'attività non esente da rischi ... non c'è niente da fare..... se vogliamo continuare ad andare, dobbiamo accettarlo e basta.

Ad majora

Giorgio

PS. Non avevamo la macchina fotografica .... niente foto :-)