Terminillo, 1° maggio 1970
Cos'è accaduto sul Terminillo il 1° maggio 1970?
Come, non lo sapete??
Nemmeno io.
E allora perché questo titolo?, chiederete voi.
Ecco, i soliti curiosi! Un po' di pazienza e capirete.
Dunque, era il pomeriggio del 26 dicembre e io stavo ancora digerendo il pranzo di Natale, quando mi telefona il Trafo, alias Franco, alias Mataloni, alias Frank O'Mat (ma quanti nomi c'ha??) e mi dice: "Che fai domani? Ti va di andare al Terminillo a fare qualche canalino?"
Io ci penso su a lungo... diciamo 1,5 secondi, e rispondo che l'idea mi va eccome. Concordiamo l'appuntamento alle 7 per la mattina seguente.
Lo trovo che mi aspetta accanto al suo maggiolino verde: "Sei pronto per un viaggio negli anni '70?", "certo che sì!", rispondo.
Carico armi e bagagli sul sedile posteriore e monto nella mitica trafo-mobile, che parte rombando allegra e rumorosa.
Lungo la Salaria molte auto ci superano, più veloci di noi. Ma appena inizia la salita verso il Terminillo la trafo-mobile si prende la rivincita, facendo cantare il suo motore e lasciando indietro Mercedes e BMW degli sciatori della domenica (pardòn, del sabato) che appena vedono un tornante rallentano terrorizzati fino quasi a fermarsi.
Ci fermiamo a Pian de' Valli a fare colazione. Rientrati in macchina troviamo che la condensa nella parte interna del parabrezza si è congelata e dobbiamo toglierla col raschietto. "Non mi era mai successo!" esclama Franco ridendo. Evidentemente fa molto freddo; tra l'altro nel frattempo siamo entrati nelle nuvole e intorno non si vede più nulla, solo bianco ovunque.
Superato Campoforogna, scopriamo che la strada per la Sella di Leonessa è chiusa. Dobbiamo quindi lasciare la macchina e proseguire a piedi, lungo la strada completamente coperta di neve e immersi in una nebbia sempre più fitta.
Arriviamo al Sebastiani e lo troviamo letteralmente sommerso dalla neve, ovviamente chiuso.
Decidiamo di ramponarci subito e iniziamo a salire verso la montagna, ovviamente senza vederla... ma sappiamo che è lì.
Dopo una mezz'ora però le strutture rocciose della vetta iniziano ad emergere come fantasmi dalla nebbia e il sole inizia a filtrare. Poco dopo siamo definitivamente sopra le nuvole e uno splendido cielo azzurro incornicia la montagna scintillante di neve.
Arrivati all'imbocco del canalino centrale ci fermiamo a prendere le piccozze e iniziamo a risalirlo. La neve è abbastanza dura e si va su che è un piacere.
In men che non si dica siamo in vetta. Il panorama è superbo, con i tre gruppi di Gran Sasso, Laga e Sibillini che emergono come isole da un oceano di nuvole.
"Ce ne facciamo un altro?" dice Franco. Riscendiamo rapidi fino a raggiungere l'imbocco del canalino 1° maggio. Stavolta però la risalita è più faticosa, perché qui la neve è molto meno dura e si sprofonda a ogni passo.
Arrivati di nuovo in vetta, decidiamo di scendere definitivamente, perché con questa neve è impensabile fare altri canali più impegnativi.
Ce ne andiamo giù per la Valle del Sole e in breve siamo di nuovo sulla strada e quindi alla trafo-mobile che è lì che ci aspetta paziente.
Come una vecchia amica ci accoglie, si fa fare una foto con noi, quindi rumoreggiando tranquillamente ci riporta a Roma, raccontandoci i suoi ricordi dei favolosi '70.

Er Gaspa

P.S.: il reportage fotografico completo su http://xoomer.alice.it/er.gaspa/terminillo1208

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