La ciliegina... sullo sci
Domenica 21 aprile 2013

Circa tre mesi fa vi avevo raccontato la mia prima scialpinistica al Monte di Mezzo.
Dopo quel giorno ho appurato che risponde al vero quanto ho spesso sentito dire dagli scialpinisti: questo sport è una specie di droga, una volta che l'hai cominciato non vorresti più fare altro!
Dal 27 gennaio al 15 aprile ho inanellato nove uscite, sperimentando le nevi più diverse: polverosa, ghiacciata, ventata, crostosa, trasformata/firn, marcia...
Ovviamente, essendo un principiante, finora avevo fatto tutte uscite di livello MS. Ora che sono arrivato alla decima uscita, mi piacerebbe "festeggiare" con la prima BS: sarebbe proprio la ciliegina sulla torta... anzi sullo sci! ;-)
Però per questo weekend, del 20 e 21 aprile, il tempo è previsto bruttino, quindi considero l'appuntamento rimandato alla prossima occasione.
Invece sabato mattina scopro che per domenica le previsioni sono nettamente migliorate: se non proprio sole pieno, è previsto tempo discreto per buona parte della giornata.
Quindi chiamo Gaspare, che mi aveva detto di essere intenzionato ad uscire l'indomani, e decidiamo di dirigerci verso la nord del Sirente.
Partiamo da Roma alle 5.45 e poco prima delle 8 siamo allo Chalet del Sirente. Il tempo sembra effettivamente discreto, anche se tutte le cime del Velino-Sirente sono incappucciate di nuvole dai 2000 m in su.
Iniziamo a salire sci in spalla perché, ovviamente, a quella quota di neve non ce n'è più. Ci dirigiamo verso l'anfiteatro della Neviera. A 1500 metri inizia la neve e mettiamo finalmente gli sci ai piedi. Sono appena passate le 9, ma la neve è già pesante. Arrivati alla Neviera, iniziamo a salire a zig-zag nell'ampio canalone, in compagnia di vari altri gruppi di scialpinisti.
Nel frattempo le nuvole che coprivano la montagna si sono dissolte e il tempo sembra volgere decisamente al bello.
Arrivati poco oltre la metà del canale, Gaspare suggerisce di rimetterci gli sci in spalla e salire con i ramponi, perché fare le diagonali nella neve marcia che smotta di continuo sotto gli sci è scomodo e faticoso. Poco dopo le 11 usciamo sulla cresta. Il cielo è ormai prevalentemente sereno e la vista abbraccia il Velino, il Gran Sasso, la Maiella. Proseguiamo verso la vetta, che raggiungiamo verso le 12.30.
Dopo una meritata pausa, accarezzati da un piacevole venticello per nulla fastidioso, ci prepariamo per la discesa.
Decidiamo di scendere per la Val Lupara. Tre mesi fa una discesa così mi avrebbe creato seri problemi: non tanto per la pendenza, che di per sé non mi ha mai spaventato, ma per la difficoltà di "interpretare" una neve come questa, pesante e "vischiosa". Invece oggi mi diverto un mondo, pur con tutta la prudenza del caso, a "volteggiare" (senza molta eleganza, in verità ;-) ) dentro questo ambiente grandioso.
Finito il canalone, entriamo nel bosco, che è parecchio sconvolto dalle grosse valanghe cadute durante l'inverno. Con un po' di acrobazie ci districhiamo nella selva di alberi, caduti e non, e sul manto nevoso un po' accidentato, ma comunque sciabile.
A quota 1500, puntualmente la neve finisce. Rimettiamo gli sci in spalla e caracolliamo allegramente verso lo chalet.
Anche oggi, come accadde il 27 gennaio, Giovepluvio è stato benevolo: era previsto tempo incerto, invece abbiamo avuto sole tutto il giorno! :-)
Grazie al comandante Gaspare che mi ha permesso di togliermi questa bella soddisfazione. :-)

Er Gaspa detto anche Andrea

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