La corsa di (e con) Italo

Per domenica sono solo, gli amici di sempre sono tutti all'Etna. Decido per una gita lunghetta e inconsueta, Punta Trieste da vado di Pezza facendo tutte le creste: Costa di Cerasole, Costone della Cerasa, Vado di Castellaneta, Capo Pezza (non Capo di Pezza, che sta inbasso alla fine dei piani), Punta Trieste (2230 m). Diaslivello modesto (850 m), ma sviluppo considerevele (7 Km?). Gita sicura anche contanta neve, ma con wilderness assoluta: Punta Trieste, in pieno inverno, è lontana da tutti i punti d'appoggio della zona, più o meno equidistante com'è da Campo Felice/Alantino, Vado di Pezza/Rif. del Lupo, Forme/imbocco Val Majellama.

"Se mi faccio male mi ritrovano a maggio in mezzo alle ultime chiazze di neve", penso tra me e me. E così d'istinto chiamo Italo, compagno a volte casuale di diverse gite nel corso degli anni, con il quale c'è un rapporto di stima reciproca, pur senza essere amici in senso stretto.

Italo è il padrone del cane Macchia, bastardino dal pelo lungo bianco e nero che si può incontrare con qualsiasi tempo e temperatura sui percorsi e sulle cime anche più impegnative dell'Appennino in ogni stagione dell'anno. Vive a Pescara e di professione fa l'architetto, ma a vederlo sembra una guida alto-atesina, alto, snello, muscoloso e taciturno com'è. Quando facciamo le gite insieme va sempre a finire che finiamo molto prima del previsto :)

E così anche questa volta non ci smentiamo: complici le previsioni che davano brutto per il pomeriggio e la temperatura "Siberiana" del mattino (-14° alle 8,30 al Rf. del Lupo), partiamo subito di gran carriera puntando alla large dorsale boscosa che porta alla Costa di Cerasole. Salutiamo Angelo con le ciaspole che capisce subito che "non è giornata per i ritratti" e al trotto in un'ora e mezza siamo già sul Costone della Cerasa Orientale; Italo avanti, con le sue leve lunghe, ed io dietro, che arranco ma non mollo, proseguiamo al goloppo per i saliscendi della cresta senza mai levare le pelli (eppure ci sono alemno 150 m di discesa tra le varie cime), nè mettere i rampant (peli chiodate?). Per farla breve in due ore e te quarti siamo a Punta Trieste (contro le 4,30 della guida di Mazzoleni), compresa la sosta, di ben 5 minuti, per strangolarci una banana sulla vetta del Costone della Cerasa Occidentale. Due animali da soma! Non c'è niente da fare :-).

In discesa, acclarato che il tempo tiene, finalemnte ci rilassimo; passo a condurre io e ce la godiamo magnificamente nella neve fredda e polverosa, sempre più fonda man mano che scendiamo. Ce la caviamo bene anche nel bosco fitto prima di intercettare il sentiero estivo che sale da Capo d Pezza con i segnavia seminascosti dalla neve (C'è il solito spessore di 1,20 - 1,50 m, caratteristico di quest'anno) . Quindi, racchettiamo un pò fino ad incrociare la pista di sci di fondo.

A questo punto non ci rimane altro che percorrere i 5 lunghi km dei Piani di Pezza fino all'auto. Un'altra ora tranquilli, scivolando, senza pelli, sulla bella traccia battuta dai fondisti. Macchia se la diverte un mondo e incontra altri cani con cui giocare. Tempo totale 5 ore. "Italo, ma com'è che finiamo sempre le gite così presto?" .... "E' che quando ti ho dietro, mi sento il fiato sul collo e istintivamente accelero!"