Brancadoro

Spinto dalla poesia del Traforato ho subito "prenotato" Fausto per fare la Brancadoro. E così alle 9.30 abbiamo lasciato le auto alla miniera e, con Silvia, Flavia e una attivissima Criccri, abiamo cominciato la salita. Per arrivare all'attacco (alle 11) devo confessare che ho patito molto anche a causa del continuo ridere per le esilaranti barzellette (zozze) della Cimagalli. Mi hanno letteralmente fiaccato!!
L'aria era opaca di umidità (uno del Soccorso, incontrato a Fonte Vetica, ci consigliava di fare presto per rientrare prima del pomeriggio). Alle 12 stabilivo un difficile collegamento radio con l'altra spedizione (Tiziana, Traforato, Giorgio, Sara, Giampaolo ecc. ecc.). Tiziana mi diceva che erano quasi al Prena... noi invece piano piano salivamo facendo gustare la salita a Flavia e Silvia. In due punti Fausto con la sua celebre professionalità, attrezzava una corda. All'ultimo passaggio, faceva questo mentre si fumava una sigaretta (o meglio si è fatto fumare dal gran vento la cicca che serrava tra le labbra...). La facile crestina ed eccoci in cima. Criccri ha ripreso a fare la spiritosa con delle battute veramente insuperabili... potete immaginare.
Tornando uno sguardo alla cresta sommitale ci ha fatto scorgere una forma buffa, come di una guglia, come di un tronco, come di uno stelo proteso verso il cielo, come una forma gotica a cercare le meraviglie e l'onnipotenza della natura!! "Aho, a Lu', guarda lassù: nun te sembra come un dito medio che te manda a quer...?" diceva Fauto, facendo improvvisamente svanire i nostri pensieri poetici.
Alle 6 eravamo agli arrosticini. Un ultimo collegameto con Tiziana ci ha permesso di darci un appuntamento. Davanti a ettolitri di birra e quintali di arrosticini, gli amici che si sono uniti ci hano raccontato la loro impresa: 13 ore di cammino, ben oltre 2000 m di dislivello in salita e in discesa, non so quante cime salite....! BRAVI!!!!!. Una foto e via a casa, pieni di bei ricordi.  

Luca


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